Con questo post vi segnalo un sito di estremo interesse. Si tratta del Theban Mapping Project, un sito interattivo dedicato alle parti più importanti dell'area di Tebe. Qui potrete visionare dall'alto, tramite foto aeree ad alta risoluzione, tutti i maggiori monumenti funerari della valle di cui abbiamo parlato ai corsi.
Un atlante dedicato specificamente alle tombe della Valle dei Re permette di selezionare un tomba reale d'interesse e visitarla all'interno tramite un filmato (anche descrittivo, ma in inglese) e visionarne mappa e caratteristiche. E' anche compreso un breve riassunto sulla loro scoperta e una bibliografia specifica. Cliccare sul link qui sotto e buona visione!
Dr. Massimo Izzo - Corsi e Conferenze di Egittologia e Storia Orientale.
2 dic 2009
19 ott 2009
Egittologia - Quadro Cronologico
19 set 2009
Il Palazzo fantasma di Re David
I. Finkelstein: "E' stato veramente trovato il Palazzo di Re David?"
A complemento della presentazione del libro di Finkelstein voglio segnalare l'analisi del Prof. Finkelstein ad una presunta scoperta del 2005, successiva alla data di edizione del libro. La studiosa Eilat Mazar, in sostanza, ipotizzava che potessero essere stati identificati i resti di un palazzo attribuibile al Re David di Giuda e che tali strutture potessero risalire al 10° sec. a.C.
Le credenziali della Mazar sono disponibili su internet:
Eilat Mazar - Dati biografici
Il profilo sull'approccio metodologico della Mazar all'archeologia biblica è illustrato su Wikipedia, ma, a causa della natura aperta e non controllata delle affermazioni riportate su questo utile ma ambiguo strumento, consiglio di approfondire la questione su altri canali. Nonostante la libertà dei soggetti citati ad intervenire su ciò che viene scritto su Wikipedia, non si può tuttavia essere sicuri sull'oggettività delle affermazioni in essa contenute.
I dati della pubblicazione delle analisi e dei risultati di scavo sono:
Mazar, Eilat (2006).
" Did I Find King David's Palace? "
Biblical Archaeology Review 32:1 (Jan/Feb): 16–27, 70.
Il report, una volta disponibile nell'archivio della rivista, è stato purtroppo rimosso:
Non essendo in pubblica distribuzione andrà cercato direttamente nella rivista. E' possibile che nei meandri del web sopravviva qualche copia per cui consiglio agli interessati un'accurata ricerca. Ad un'indagine poco approfondita, l'articolo più completo che ho trovato nel web direttamente a firma di Eilat Mazar, (ma vi invito a controllare e cercare la pubblicazione originale), è questo:
L'articolo conclude dicendo:
"The Biblical narrative, I submit, better explains the archaeology we have uncovered than any other hypothesis that has been put forward. Indeed, the archaeological remains square perfectly with the Biblical description that tells us David went down from there to the citadel. So you decide whether or not we have found King David’s palace."
Traduzione: "La narrazione Biblica, lo ammetto, spiega meglio di ogni altra ipotesi proposta ciò che abbiamo scoperto. Invero, i resti archeologici si inquadrano perfettamente con la descrizione biblica che ci dice che David andò giù da qui verso la cittadella. Quindi decidete voi se abbiamo trovato il palazzo di David o meno."
Il PDF con una copia dell'articolo del Journal può essere scaricata gratuitamente qui:
Dell'articolo riporto e traduco l' "Abstract" ed il sommario finale
a single building; (2) the more elaborate walls may be associated with elements uncovered by Macalister and Duncan in the 1920s and should possibly be dated to the Hellenistic period; (3) the ‘Stepped Stone Structure’ represents at least two phases of construction— the lower (downslope) and earlier, possibly dating to the Iron IIA in the 9th century BCE, and the later (which connects to the Hasmonaean First Wall upslope) dating to the Hellenistic period.
Traduzione: I recenti scavi nella città di David hanno rivelato un gruppo di massicce mura costruite con grandi pietra non lavorate. Lo scavatore Eliat Mazar le ha presentate come i resti di un edificio singolo, che ha chiamato ' Struttura megalitica (lit. a grandi pietre)'.
Mazar ha interpretato la struttura come parte di un grande complesso costruttivo, che anche avrebbe incluso la "Struttura a pietre a gradoni' sul declivio. Lei (Mazar) ha datato la 'Struttura Megalitica' a circa il 1000 a.C. e l'ha identificata come il palazzo di Re David.
Noi osserviamo che:
(1) le mura scavate da Mazar non appartengono ad un edificio singolo.
(2) i muri più elaborati possono essere associati agli elementi scoperti da Macalister e Duncan nel 1920 e dovrebbero possibilmente essere datati al Periodo Ellenistico.
(3) La 'Struttura a gradoni' presenta almeno due fasi costruttive- quella inferiore e più antica, probabilmente datata all'età del Ferro IIA nel 9° sec. A.C., e quella più tarda (che si connette al Primo Muro Hasmoniano sul declivio) datata al periodo Ellenistico.
Beyond archaeology, one wonders about the interpretation of the finds. The biblical text dominates this field operation, not archaeology. Had it not been for Mazar’s literal reading of the biblical text, she never would have dated the remains to the 10th century BCE with such confidence. This is an excellent example of the weakness of the traditional, highly literal, biblical archaeology—a discipline thatdominated research until the 1960s, that was weakened and almost disappeared from the scene in the later years of the 20th century, and that reemerged with all its attributes in the City of David in 2005.
Traduzione: Al di là dell'archeologia, ci si meraviglia circa l'interpretazione di questi ritrovamenti. Il testo biblico domina quest'operazione di scavo, non l'archeologia. Non fosse stato per la lettura letterale di Mazar del testo biblico, lei non avrebbe mai potuto datare i resti al 10° sec. a.C. con tanta sicurezza. Questo è un esempio eccellente della debolezza dell'archeologia biblica tradizionale altamente letterale- una disciplina che ha dominato la ricerca fino agli anni '60, che è stata indebolita (ndt inficiata) e pressocchè sparita dalle scene negli ultimi anni del 20° secolo, e che riemerge con tutti i suoi attributi nella città di Davide nel 2005.
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Il mio personale commento, senza essere uno specialista di archeologia biblica e quindi senza scendere nel merito del dato archeologico, si focalizza soprattutto nella conclusione finale della Mazar: "Quindi decidete voi se abbiamo trovato il palazzo di David o meno." e sul titolo interrogativo " Did I Find King David's Palace? ". Gli archeologi dovrebbero essere pagati per rispondere alle domande e non per porne al lettore e tale conclusione appare perlomeno bizzarra così come il titolo che è ben lungi dall'affermare che la scoperta è stata fatta. Sicuramente appropriato sembra quindi il titolo dell'articolo di Finkelstein che fà ironicamente la rima al titolo dell'articolo originale.
Per stessa ammissione della Mazar, non avendo prove archeologiche sufficienti, nella sua analisi si ricorre ad ipotesi. Il sillogismo è che la citazione biblica spiegherebbe bene i resti. Sfortunatamente l'archeologia biblica ha come compito l'opposto: sono i resti che devono parlare in autonomia dal testo ed illuminarlo. Non mi resta quindi che concordare col Prof. Finkelstein che qui si tratta di archeologia biblica "letterale", scomparsa da tempo dalla scena scientifica e che qui tenta di rifare capolino.
M.I.
A complemento della presentazione del libro di Finkelstein voglio segnalare l'analisi del Prof. Finkelstein ad una presunta scoperta del 2005, successiva alla data di edizione del libro. La studiosa Eilat Mazar, in sostanza, ipotizzava che potessero essere stati identificati i resti di un palazzo attribuibile al Re David di Giuda e che tali strutture potessero risalire al 10° sec. a.C.
Le credenziali della Mazar sono disponibili su internet:
Eilat Mazar - Dati biografici
Il profilo sull'approccio metodologico della Mazar all'archeologia biblica è illustrato su Wikipedia, ma, a causa della natura aperta e non controllata delle affermazioni riportate su questo utile ma ambiguo strumento, consiglio di approfondire la questione su altri canali. Nonostante la libertà dei soggetti citati ad intervenire su ciò che viene scritto su Wikipedia, non si può tuttavia essere sicuri sull'oggettività delle affermazioni in essa contenute.
I dati della pubblicazione delle analisi e dei risultati di scavo sono:
Mazar, Eilat (2006).
" Did I Find King David's Palace? "
Biblical Archaeology Review 32:1 (Jan/Feb): 16–27, 70.
Il report, una volta disponibile nell'archivio della rivista, è stato purtroppo rimosso:
Non essendo in pubblica distribuzione andrà cercato direttamente nella rivista. E' possibile che nei meandri del web sopravviva qualche copia per cui consiglio agli interessati un'accurata ricerca. Ad un'indagine poco approfondita, l'articolo più completo che ho trovato nel web direttamente a firma di Eilat Mazar, (ma vi invito a controllare e cercare la pubblicazione originale), è questo:
L'articolo conclude dicendo:
"The Biblical narrative, I submit, better explains the archaeology we have uncovered than any other hypothesis that has been put forward. Indeed, the archaeological remains square perfectly with the Biblical description that tells us David went down from there to the citadel. So you decide whether or not we have found King David’s palace."
Traduzione: "La narrazione Biblica, lo ammetto, spiega meglio di ogni altra ipotesi proposta ciò che abbiamo scoperto. Invero, i resti archeologici si inquadrano perfettamente con la descrizione biblica che ci dice che David andò giù da qui verso la cittadella. Quindi decidete voi se abbiamo trovato il palazzo di David o meno."
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L'analisi dei risultati di scavo della Mazar è stata bocciata senza esitazioni da 4 archeologi dell' Istituto di Archeologia dell'Università di Tel-Aviv, tra cui Israel Finkelstein. I dati della pubblicazione in cui si confutano le conclusioni della Mazar sono:
Israel Finkelstein, Ze'ev Herzog, Lily Singer-Avitz and David Ussishkin (2007),
"Has King David's Palace in Jerusalem Been Found?"
Journal of the Institute of Archaeology of Tel Aviv University, 34(2), pp.142-164
"Has King David's Palace in Jerusalem Been Found?"
Journal of the Institute of Archaeology of Tel Aviv University, 34(2), pp.142-164
Il PDF con una copia dell'articolo del Journal può essere scaricata gratuitamente qui:
Dell'articolo riporto e traduco l' "Abstract" ed il sommario finale
Abstract
Recent excavations at the City of David have revealed a set of massive walls constructed of large undressed stones. Excavator Eilat Mazar has presented them as the remains of a single building, which she labelled the ‘Large Stone Structure’. Mazar interpreted the ‘Large Stone Structure’ as part of a big construction complex, which had also included the ‘Stepped Stone Structure’ on the slope. She dated her ‘Large Stone Structure’ to ca. 1000 BCE and identified it as the palace of King David. We argue that: (1) the walls unearthed by Mazar do not belong toa single building; (2) the more elaborate walls may be associated with elements uncovered by Macalister and Duncan in the 1920s and should possibly be dated to the Hellenistic period; (3) the ‘Stepped Stone Structure’ represents at least two phases of construction— the lower (downslope) and earlier, possibly dating to the Iron IIA in the 9th century BCE, and the later (which connects to the Hasmonaean First Wall upslope) dating to the Hellenistic period.
Traduzione: I recenti scavi nella città di David hanno rivelato un gruppo di massicce mura costruite con grandi pietra non lavorate. Lo scavatore Eliat Mazar le ha presentate come i resti di un edificio singolo, che ha chiamato ' Struttura megalitica (lit. a grandi pietre)'.
Mazar ha interpretato la struttura come parte di un grande complesso costruttivo, che anche avrebbe incluso la "Struttura a pietre a gradoni' sul declivio. Lei (Mazar) ha datato la 'Struttura Megalitica' a circa il 1000 a.C. e l'ha identificata come il palazzo di Re David.
Noi osserviamo che:
(1) le mura scavate da Mazar non appartengono ad un edificio singolo.
(2) i muri più elaborati possono essere associati agli elementi scoperti da Macalister e Duncan nel 1920 e dovrebbero possibilmente essere datati al Periodo Ellenistico.
(3) La 'Struttura a gradoni' presenta almeno due fasi costruttive- quella inferiore e più antica, probabilmente datata all'età del Ferro IIA nel 9° sec. A.C., e quella più tarda (che si connette al Primo Muro Hasmoniano sul declivio) datata al periodo Ellenistico.
Summary
--------Beyond archaeology, one wonders about the interpretation of the finds. The biblical text dominates this field operation, not archaeology. Had it not been for Mazar’s literal reading of the biblical text, she never would have dated the remains to the 10th century BCE with such confidence. This is an excellent example of the weakness of the traditional, highly literal, biblical archaeology—a discipline thatdominated research until the 1960s, that was weakened and almost disappeared from the scene in the later years of the 20th century, and that reemerged with all its attributes in the City of David in 2005.
Traduzione: Al di là dell'archeologia, ci si meraviglia circa l'interpretazione di questi ritrovamenti. Il testo biblico domina quest'operazione di scavo, non l'archeologia. Non fosse stato per la lettura letterale di Mazar del testo biblico, lei non avrebbe mai potuto datare i resti al 10° sec. a.C. con tanta sicurezza. Questo è un esempio eccellente della debolezza dell'archeologia biblica tradizionale altamente letterale- una disciplina che ha dominato la ricerca fino agli anni '60, che è stata indebolita (ndt inficiata) e pressocchè sparita dalle scene negli ultimi anni del 20° secolo, e che riemerge con tutti i suoi attributi nella città di Davide nel 2005.
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Il mio personale commento, senza essere uno specialista di archeologia biblica e quindi senza scendere nel merito del dato archeologico, si focalizza soprattutto nella conclusione finale della Mazar: "Quindi decidete voi se abbiamo trovato il palazzo di David o meno." e sul titolo interrogativo " Did I Find King David's Palace? ". Gli archeologi dovrebbero essere pagati per rispondere alle domande e non per porne al lettore e tale conclusione appare perlomeno bizzarra così come il titolo che è ben lungi dall'affermare che la scoperta è stata fatta. Sicuramente appropriato sembra quindi il titolo dell'articolo di Finkelstein che fà ironicamente la rima al titolo dell'articolo originale.
Per stessa ammissione della Mazar, non avendo prove archeologiche sufficienti, nella sua analisi si ricorre ad ipotesi. Il sillogismo è che la citazione biblica spiegherebbe bene i resti. Sfortunatamente l'archeologia biblica ha come compito l'opposto: sono i resti che devono parlare in autonomia dal testo ed illuminarlo. Non mi resta quindi che concordare col Prof. Finkelstein che qui si tratta di archeologia biblica "letterale", scomparsa da tempo dalla scena scientifica e che qui tenta di rifare capolino.
M.I.
11 set 2009
Bibliografia Egittologia - Generale
Qui trattiamo di un noto e apprezzato manuale generale di Egittologia in inglese. Va innanzitutto detto che questo manuale è consigliabile solo a coloro i quali hanno già un'infarinatura delle storia egiziana. Per i frequentatori del corso "Introduzione all'Egittologia" senza preventiva formazione è consigliabile qualcosa di più semplice. La mancanza pressoché completa di disegni, piantine e fotografie a favore di un testo scritto molto fittamente ed a piccoli caratteri, implica difatti la preventiva conoscenza dei luoghi e dei monumenti di cui si riferisce.
Testo molto apprezzato, lo consiglio vivamente ai cultori della materia come punto di partenza per poter velocemente identificare le posizioni più condivise in archeologia per un dato argomento. Ulteriori conferme o smentite posteriori al 2000/2004 saranno da controllarsi nelle pubblicazioni specializzate.
Lo standard del libro è di tipo universitario ma comprensibile. La scelta di fare un manuale che coprisse tutti i periodi della lunga storia egiziana ha costretto gli autori ad evitare qualsiasi riferimento bibliografico durante lo sviluppo della narrazione, presentando i fatti nella loro essenza. In compenso, nella parte finale del libro, è presente una completa bibliografia commentata nel paragrafo "Further reading". Ulteriori approfondimenti vanno fatti come al solito non su manuali a larga tiratura ma sulle pubblicazioni di settore.
L'edizione presentata è del 2004 ma il contenuto del libro sembra appoggiarsi fondamentalmente all'edizione del 2000. Non è chiaro, senza comparare i testi direttamente, in cosa sono consistiti gli aggiornamenti. Ad un indagine superficiale appare che le pubblicazioni citate in bibliografia siano tutte datate al 2000 o antecedenti. Eventuali carenze di aggiornamento sono tuttavia da considerarsi secondarie e potenzialmente significative solo in fase di approfondimento.
The Oxford History of Ancient Egypt uniquely covers 700,000 years of ancient Egypt, from c. 700,000 BC to AD 311. Following the story from the Egyptians' prehistoric origins to their conquest by the Persians, Greeks, and Romans, this book resurrects a fascinating society replete with remarkable historical information. It investigates such subjects as the changing nature of life and death in the Nile valley to some of the earliest masterpieces of art, architecture, and literature in the ancient world. The authors--an international team of experts working at the cutting edge of their particular fields--outline the principal sequence of political events, including detailed examinations of the three so-called 'intermediate periods' which were previously regarded as 'dark ages' and are only now beginning to be better understood. They also examine cultural and social patterns, including stylistic developments in art and literature. Addressing the issues surrounding this distinctive culture, vividly relating the rise and fall of ruling dynasties, exploring colorful personalities, and uncovering surprising facts, The Oxford History of Ancient Egypt is certain to enrich our understanding of this endlessly intriguing civilization.
Testo molto apprezzato, lo consiglio vivamente ai cultori della materia come punto di partenza per poter velocemente identificare le posizioni più condivise in archeologia per un dato argomento. Ulteriori conferme o smentite posteriori al 2000/2004 saranno da controllarsi nelle pubblicazioni specializzate.
The Oxford History of Ancient Egypt
Edited by Ian Shaw
OXFORD UNIVERSITY PRESS
Nuova edizione Jan 2004, Ed. orginale 2000
552 pages; 34 maps, halftones & line illus.;
ISBN10: 0192804588 Paperback
Edited by Ian Shaw
OXFORD UNIVERSITY PRESS
Nuova edizione Jan 2004, Ed. orginale 2000
552 pages; 34 maps, halftones & line illus.;
ISBN10: 0192804588 Paperback
Lo standard del libro è di tipo universitario ma comprensibile. La scelta di fare un manuale che coprisse tutti i periodi della lunga storia egiziana ha costretto gli autori ad evitare qualsiasi riferimento bibliografico durante lo sviluppo della narrazione, presentando i fatti nella loro essenza. In compenso, nella parte finale del libro, è presente una completa bibliografia commentata nel paragrafo "Further reading". Ulteriori approfondimenti vanno fatti come al solito non su manuali a larga tiratura ma sulle pubblicazioni di settore.
L'edizione presentata è del 2004 ma il contenuto del libro sembra appoggiarsi fondamentalmente all'edizione del 2000. Non è chiaro, senza comparare i testi direttamente, in cosa sono consistiti gli aggiornamenti. Ad un indagine superficiale appare che le pubblicazioni citate in bibliografia siano tutte datate al 2000 o antecedenti. Eventuali carenze di aggiornamento sono tuttavia da considerarsi secondarie e potenzialmente significative solo in fase di approfondimento.
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Presentazione dell'editore:The Oxford History of Ancient Egypt uniquely covers 700,000 years of ancient Egypt, from c. 700,000 BC to AD 311. Following the story from the Egyptians' prehistoric origins to their conquest by the Persians, Greeks, and Romans, this book resurrects a fascinating society replete with remarkable historical information. It investigates such subjects as the changing nature of life and death in the Nile valley to some of the earliest masterpieces of art, architecture, and literature in the ancient world. The authors--an international team of experts working at the cutting edge of their particular fields--outline the principal sequence of political events, including detailed examinations of the three so-called 'intermediate periods' which were previously regarded as 'dark ages' and are only now beginning to be better understood. They also examine cultural and social patterns, including stylistic developments in art and literature. Addressing the issues surrounding this distinctive culture, vividly relating the rise and fall of ruling dynasties, exploring colorful personalities, and uncovering surprising facts, The Oxford History of Ancient Egypt is certain to enrich our understanding of this endlessly intriguing civilization.
10 set 2009
Introduzione all' Egittologia - Autunno 2009
Sono felice di annunciarvi che da quest'anno terrò dei nuovi corsi a Fano presso l'Università dei Saperi Giulio Grimaldi in via Pandolfo Malatesta Nr.2
Le iscrizioni all'Università ed ai corsi si apriranno dal 15 settembre e dovranno essere fatte per tempo in quanto a numero chiuso, limitato dalla capienza dell'aula.
Nel caso di superamento del numero massimo di iscritti sarà valutata la possibilità di iterare il corso a partire da gennaio 2010.
Per informazioni non didattiche e per prenotazioni ed iscrizioni si prega di contattare l'Associazione. La segreteria dell'Associazione in Via Pandolfo Malatesta 2 è aperta al pubblico tutti i giorni con orario 10,00 - 12,00 . Per informazioni e richieste varie rimangono in funzione la segreteria telefonica al n. 0721 831316 e la posta elettronica all'indirizzo unisaperi@libero.it
Leggere i segni di una civiltà che ha vissuto 4000 anni di continua evoluzione richiede l’aiuto di una schematizzazione che ce ne faccia comprendere i molti volti .
Il corso tenterà perciò di evidenziare le caratteristiche delle varie fasi storiche della civiltà antico-egiziana mettendole in relazione con i tanti monumenti e reperti archeologici che ancora oggi testimoniano l’antico splendore.
Durante le lezioni non mancheranno i riferimenti alle grandi culture del Vicino Oriente Antico che hanno preceduto ed interagito col mondo egiziano, al fine di mettere nella giusta prospettiva una società così complessa.
Il corso si rivolge sia a quanti non hanno una formazione storica specifica sia a coloro che, per quanto appassionati e già informati, vogliano rivedere le proprie nozioni in termini archeologici moderni ed aggiornati. Quest'introduzione è vivamente consigliata anche a coloro che vorranno approfondire l'argomento in futuri possibili corsi.
Le lezioni sono impostate secondo uno schema marcatamente visuale e fotografico per garantire in ogni caso una partecipazione godibile. In alcuni momenti predefiniti della lezione sarà possibile porre delle domande e chiedere chiarimenti.
Docente: Prof. Massimo Izzo
N°incontri: 10 x h 1.30
Orario: dalle 21.00 alle 22.30
Giorno: mercoledì
Contributo: informazioni in segreteria Unisaperi
Inizio corso: 14 ottobre 2009
Sede: Aula riunioni Università dei Saperi “ G. Grimaldi” in Via Pandolfo Malatesta 2, Fano.
Le iscrizioni all'Università ed ai corsi si apriranno dal 15 settembre e dovranno essere fatte per tempo in quanto a numero chiuso, limitato dalla capienza dell'aula.
Nel caso di superamento del numero massimo di iscritti sarà valutata la possibilità di iterare il corso a partire da gennaio 2010.
Per informazioni non didattiche e per prenotazioni ed iscrizioni si prega di contattare l'Associazione. La segreteria dell'Associazione in Via Pandolfo Malatesta 2 è aperta al pubblico tutti i giorni con orario 10,00 - 12,00 . Per informazioni e richieste varie rimangono in funzione la segreteria telefonica al n. 0721 831316 e la posta elettronica all'indirizzo unisaperi@libero.it
Anno 2009/10 – UNISAPERI Fano
INTRODUZIONE all'EGITTOLOGIA
Storia ed archeologia dell'Antico Egitto.
Storia ed archeologia dell'Antico Egitto.
Leggere i segni di una civiltà che ha vissuto 4000 anni di continua evoluzione richiede l’aiuto di una schematizzazione che ce ne faccia comprendere i molti volti .
Il corso tenterà perciò di evidenziare le caratteristiche delle varie fasi storiche della civiltà antico-egiziana mettendole in relazione con i tanti monumenti e reperti archeologici che ancora oggi testimoniano l’antico splendore.
Durante le lezioni non mancheranno i riferimenti alle grandi culture del Vicino Oriente Antico che hanno preceduto ed interagito col mondo egiziano, al fine di mettere nella giusta prospettiva una società così complessa.
Il corso si rivolge sia a quanti non hanno una formazione storica specifica sia a coloro che, per quanto appassionati e già informati, vogliano rivedere le proprie nozioni in termini archeologici moderni ed aggiornati. Quest'introduzione è vivamente consigliata anche a coloro che vorranno approfondire l'argomento in futuri possibili corsi.
Le lezioni sono impostate secondo uno schema marcatamente visuale e fotografico per garantire in ogni caso una partecipazione godibile. In alcuni momenti predefiniti della lezione sarà possibile porre delle domande e chiedere chiarimenti.
Docente: Prof. Massimo Izzo
N°incontri: 10 x h 1.30
Orario: dalle 21.00 alle 22.30
Giorno: mercoledì
Contributo: informazioni in segreteria Unisaperi
Inizio corso: 14 ottobre 2009
Sede: Aula riunioni Università dei Saperi “ G. Grimaldi” in Via Pandolfo Malatesta 2, Fano.
Egittologia Monografie
Avendo ricevuto diverse vostre richieste di maggiori informazioni sui risultati degli scavi presso la Tomba TT14 a Dra Abu el-Naga, vi segnalo la recente apparazione del libro che riassume i risultati fin qui ottenuti:
La Missione Italiana a Dra Abu el-Naga (M.I.D.A.N.) - Università di Pisa - lavora nell'area settentrionale della necropoli tebana (Luxor - Egitto) dal 2003. Il lavoro è iniziato con lo studio e l'indagine archeologica di TT14, una piccola tomba ramesside, ed è proseguito con la scoperta nel 2004 di una nuova tomba, M.I.D.A.N.05.
Gli scavi sono tuttora in corso.
La presente pubblicazione è incentrata su TT14, di cui si descrivono l'architettura, la decorazione dipinta e i ritrovamenti, e si ricostruiscono preliminarmente la storia e l'evoluzione in rapporto al contesto in cui si inserì. Un'appendice illustra la realizzazione del museo virtuale interattivo del sito, effettuata nell'ambito di un progetto dedicato agli ambienti virtuali in archeologia.
Per leggere direttamente un breve sunto delle prime 5 stagioni di scavo vi segnalo il link:
2003-2005 - La Missione dell’Università di Pisa a Dra Abu el-Naga (Gurna, Luxor)
Preface
Edda Bresciani
Introduction
Marinlina Betrò
Chapter 1 - The necropolis of Dra Abu el-Naga
Gianluca Miniaci
Chapter 2 - History of the research
Marilina Betrò and Gianluca Miniaci
Chapter 3 - TT14 and its owner Huy
Marilina Betrò
Chapter 4 - Archeological context: formation processes
Paolo del Vesco
Chapter 5 - Main FInds from TT14
Paolo del Vesco
Catalogue of objects
Appendix
Laser Scanning of archeological finding
Fabio Rossi, Massimo Bergamasco
A virtual collaborative environment for archeology through multi-user domain in the web
Maurizio Forte, Eva Pietroni
Bibliography
Bibliographical abbreviations
List of figures and plates
Betrò M.- Del Vesco P. - Miniaci G.
"Seven Seasons at Dra Abu el-Naga. The Tomb of Huy (TT14); Preliminary Results"
Pisa University Press, Edizioni Plus
Pisa 2009
"Seven Seasons at Dra Abu el-Naga. The Tomb of Huy (TT14); Preliminary Results"
Pisa University Press, Edizioni Plus
Pisa 2009
La Missione Italiana a Dra Abu el-Naga (M.I.D.A.N.) - Università di Pisa - lavora nell'area settentrionale della necropoli tebana (Luxor - Egitto) dal 2003. Il lavoro è iniziato con lo studio e l'indagine archeologica di TT14, una piccola tomba ramesside, ed è proseguito con la scoperta nel 2004 di una nuova tomba, M.I.D.A.N.05.
Gli scavi sono tuttora in corso.
La presente pubblicazione è incentrata su TT14, di cui si descrivono l'architettura, la decorazione dipinta e i ritrovamenti, e si ricostruiscono preliminarmente la storia e l'evoluzione in rapporto al contesto in cui si inserì. Un'appendice illustra la realizzazione del museo virtuale interattivo del sito, effettuata nell'ambito di un progetto dedicato agli ambienti virtuali in archeologia.
Per leggere direttamente un breve sunto delle prime 5 stagioni di scavo vi segnalo il link:
2003-2005 - La Missione dell’Università di Pisa a Dra Abu el-Naga (Gurna, Luxor)
********************
Indice
Preface
Edda Bresciani
Introduction
Marinlina Betrò
Chapter 1 - The necropolis of Dra Abu el-Naga
Gianluca Miniaci
Chapter 2 - History of the research
Marilina Betrò and Gianluca Miniaci
Chapter 3 - TT14 and its owner Huy
Marilina Betrò
Chapter 4 - Archeological context: formation processes
Paolo del Vesco
Chapter 5 - Main FInds from TT14
Paolo del Vesco
Catalogue of objects
Appendix
Laser Scanning of archeological finding
Fabio Rossi, Massimo Bergamasco
A virtual collaborative environment for archeology through multi-user domain in the web
Maurizio Forte, Eva Pietroni
Bibliography
Bibliographical abbreviations
List of figures and plates
********************
The Italian Expedition at Dra Abu el-Naga (M.I.D.A.N. - Missione Italiana a Dra Abu el-Naga) - University of Pisa - has been working in the northern area of the Theban necropolis (Luxor - Egypt) since 2003. Work started with the study and archaeological investigation of TT14, a small Ramesside tomb, and continued with the discovery in 2004 of a new tomb, M.I.D.A.N.05. The excavation is still in progress.
This publication focuses on TT14, describing its architecture, paintings and finds, and the way it fitted into the surrounding context. An appendix is devoted to the results reached so far for the realization of an interactive virtual museum of the site, in the frame of a project on virtual environments in archaeology.
This publication focuses on TT14, describing its architecture, paintings and finds, and the way it fitted into the surrounding context. An appendix is devoted to the results reached so far for the realization of an interactive virtual museum of the site, in the frame of a project on virtual environments in archaeology.
8 set 2009
Bibliografia Archeologia Biblica
Voglio qui segnalare un libro particolare. Si tratta di un libro che riassume 100 anni di risultati archeologici relativi ai luoghi, eventi e nomi citati dall'Antico Testamento. Nel libro vengono riportate anche le divergenze e discussioni che si sono sviluppate tra gli studiosi negli anni, al fine di illustrare adeguatamente il faticoso processo che ha portato agli attuali risultati. Si tratta dunque di un'opera estremamente professionale così come al di sopra di ogni sospetto sono gli autori.
Come è buona norma generale, prima di investire prezioso tempo e soldi, è opportuno documentarsi sul curriculum professionale dell'autore del libro che ci interessa. Qui potrete trovare un link con annessa bibliografia del Prof. Finkelstein:
Università di Tel-Aviv, pagina personale Prof. I. Finkelstein
Segnalo che nella pagina personale del Professore ci sono anche degli interessanti links: uno al sito ufficiale della Missione di scavo di Megiddo ed uno ai risultati di una ricerca chimico-mineralogica sulle tavolette di Amarna promossa dall'Università di Tel-Aviv.
Il libro si dichiara, nel commento di copertina, destinato al pubblico non specializzato; questo non va inteso come pubblico che non ha alcuna nozione di storia del vicino oriente antico. In realtà il libro è di lettura non semplicissima proprio perchè, data l'importanza dell'argomento, le prove archeologiche vengono analizzate e specificate con molta cura. Nonostante ciò non c'è problema ad identificare quali episodi storici e citazioni bibliche vengono messe in discussione e smentite nella loro essenza storica.
Voglio precisare che gli archeologi non si sono occupati delle parti teologiche della Bibbia, né degli eventi soprannaturali citati. Una certa scarsa conoscenza dei passi biblici nei credenti cristiani genera degli equivoci a proposito di questo libro. Considerando la Bibbia un'opera di ispirazione divina e non avendola mai letta, a volte ci si dimentica o si ignora del tutto che la Bibbia parla esplicitamente di eventi o cose materiali come battaglie, Re, città, territori, architetture : è solo questa tipologia di citazioni con pretese di storicità che l'archeologia ha dovuto inevitabilmente verficare per non venir meno alla sua funzione.
“La Bibbia aveva ragione? Da sempre al centro di polemiche e controversie, la questione dell'attendibilità storica delle Sacre Scritture si è di recente riaccesa alla luce delle nuove scoperte archeologiche avvenute nei luoghi sacri.
In Le Tracce di Mosè due dei maggiori archeologi biblici del mondo illustrano per la prima volta al pubblico non specializzato i risultati di decenni di scavi in Israele e in Egitto, Libano e Siria, e il loro significato per la nostra comprensione dell'Antico Testamento. Scopriamo così che non ci sono prove storiche sufficienti della fuga dall'Egitto né della conquista di Caanan, che la nascita del monoteismo non può essere fatta risalire all'epoca di Abramo, che i primi libri della Bibbia furono redatti solo nel settimo secolo a.C., a distanza di centinaia di anni dagli eventi narrati.
Un viaggio affascinante nel mondo dell'Antico Israele, che cambia in profondità le nostre convinzioni sul come, quando e perché la Bibbia è stata scritta, ma che ci aiuta anche a capire meglio perchè la forza del suo messaggio vada ben oltre le concrete vicende storiche che l'hanno vista nascere. “
Prologo
Introduzione. L'archeologia e la Bibbia
PARTE I: LA BIBBIA COME STORIA?
1 Alla ricerca dei patriarchi
2 C'è stato l'esodo?
3 La conquista di Canaan
4 Chi erano gli israeliti?
5 Memorie di un'età dell'oro?
PARTE II: L'ASCESA E IL DECLINO DELL'ANTICO ISRAELE
6 Uno stato, una nazione, un popolo? (930-720 a.C.)
7 Il primo regno dimenticato di Israele (884-842 a.C.)
8 All'ombra dell'impero (842-720 a.C.)
PARTE III: GIUDA E IL FARSI DELLA STORIA BIBLICA
9 La trasformazione di Giuda (930-705 a.C.)
10 Tra guerra e sopravvivenza (705-639 a.C.)
11 Una grande riforma (639-586 a.C.)
12 Esilio e ritorno (586-440 a.C.)
Epilogo. Il futuro dell'Israele biblico
App. A. Teorie sulla storicità dell'età patriarcale
App. B. Alla ricerca del Sinai
App. C. Teorie alternative sulla conquista israelita
App. D. Perchè l'archeologia tradizionale del periodo davidico-salomonico è sbagliata?
App. E. Identificare l'età di Manasse nei documenti archeologici
App. F. Quanto si estendeva il regno di Giosia?
App. G. I confini della provincia di Giudea.
Note
Bibliografia
Indice analitico
Come è buona norma generale, prima di investire prezioso tempo e soldi, è opportuno documentarsi sul curriculum professionale dell'autore del libro che ci interessa. Qui potrete trovare un link con annessa bibliografia del Prof. Finkelstein:
Università di Tel-Aviv, pagina personale Prof. I. Finkelstein
Segnalo che nella pagina personale del Professore ci sono anche degli interessanti links: uno al sito ufficiale della Missione di scavo di Megiddo ed uno ai risultati di una ricerca chimico-mineralogica sulle tavolette di Amarna promossa dall'Università di Tel-Aviv.
Finkelstein Israel; Silberman Neil A.
Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito
2002, 409 p., in brossura ;
prima edizione originale 2001, Simon & Schuster
Editore Carocci (collana Saggi)
Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito
2002, 409 p., in brossura ;
prima edizione originale 2001, Simon & Schuster
Editore Carocci (collana Saggi)
Il libro si dichiara, nel commento di copertina, destinato al pubblico non specializzato; questo non va inteso come pubblico che non ha alcuna nozione di storia del vicino oriente antico. In realtà il libro è di lettura non semplicissima proprio perchè, data l'importanza dell'argomento, le prove archeologiche vengono analizzate e specificate con molta cura. Nonostante ciò non c'è problema ad identificare quali episodi storici e citazioni bibliche vengono messe in discussione e smentite nella loro essenza storica.
Voglio precisare che gli archeologi non si sono occupati delle parti teologiche della Bibbia, né degli eventi soprannaturali citati. Una certa scarsa conoscenza dei passi biblici nei credenti cristiani genera degli equivoci a proposito di questo libro. Considerando la Bibbia un'opera di ispirazione divina e non avendola mai letta, a volte ci si dimentica o si ignora del tutto che la Bibbia parla esplicitamente di eventi o cose materiali come battaglie, Re, città, territori, architetture : è solo questa tipologia di citazioni con pretese di storicità che l'archeologia ha dovuto inevitabilmente verficare per non venir meno alla sua funzione.
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Commento di copertina:
“La Bibbia aveva ragione? Da sempre al centro di polemiche e controversie, la questione dell'attendibilità storica delle Sacre Scritture si è di recente riaccesa alla luce delle nuove scoperte archeologiche avvenute nei luoghi sacri.
In Le Tracce di Mosè due dei maggiori archeologi biblici del mondo illustrano per la prima volta al pubblico non specializzato i risultati di decenni di scavi in Israele e in Egitto, Libano e Siria, e il loro significato per la nostra comprensione dell'Antico Testamento. Scopriamo così che non ci sono prove storiche sufficienti della fuga dall'Egitto né della conquista di Caanan, che la nascita del monoteismo non può essere fatta risalire all'epoca di Abramo, che i primi libri della Bibbia furono redatti solo nel settimo secolo a.C., a distanza di centinaia di anni dagli eventi narrati.
Un viaggio affascinante nel mondo dell'Antico Israele, che cambia in profondità le nostre convinzioni sul come, quando e perché la Bibbia è stata scritta, ma che ci aiuta anche a capire meglio perchè la forza del suo messaggio vada ben oltre le concrete vicende storiche che l'hanno vista nascere. “
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Indice:
Prologo
Introduzione. L'archeologia e la Bibbia
PARTE I: LA BIBBIA COME STORIA?
1 Alla ricerca dei patriarchi
2 C'è stato l'esodo?
3 La conquista di Canaan
4 Chi erano gli israeliti?
5 Memorie di un'età dell'oro?
PARTE II: L'ASCESA E IL DECLINO DELL'ANTICO ISRAELE
6 Uno stato, una nazione, un popolo? (930-720 a.C.)
7 Il primo regno dimenticato di Israele (884-842 a.C.)
8 All'ombra dell'impero (842-720 a.C.)
PARTE III: GIUDA E IL FARSI DELLA STORIA BIBLICA
9 La trasformazione di Giuda (930-705 a.C.)
10 Tra guerra e sopravvivenza (705-639 a.C.)
11 Una grande riforma (639-586 a.C.)
12 Esilio e ritorno (586-440 a.C.)
Epilogo. Il futuro dell'Israele biblico
App. A. Teorie sulla storicità dell'età patriarcale
App. B. Alla ricerca del Sinai
App. C. Teorie alternative sulla conquista israelita
App. D. Perchè l'archeologia tradizionale del periodo davidico-salomonico è sbagliata?
App. E. Identificare l'età di Manasse nei documenti archeologici
App. F. Quanto si estendeva il regno di Giosia?
App. G. I confini della provincia di Giudea.
Note
Bibliografia
Indice analitico
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20 ago 2009
La nascita dell'Universo - il dio ATUM
La creazione dell’universo - Il Dio increato Atum
Io sono le Acque Primordiali, unico, senza secondi.
Questo è il luogo dove mi sono sviluppato-
durante il grande evento del galleggiare che mi è capitato.
Io sono colui che si è sviluppato-
seme, che è nel suo stesso uovo.
Io sono colui che ha iniziato da qui, Acqua Primordiale.
Guarda, l’Inondazione delle Acque è sottratta da me-
Guarda, io sono ciò che rimane.
E’ attraverso il mio potere che ho determinato il mio corpo.
Io sono colui che mi ha fatto.
Fu come io ho voluto, secondo il mio cuore, che ho costruito me stesso.
Dai “Testi dei sarcofagi” (CT 714) circa 2100 ac
Traduzione di Massimo Izzo da:
R.O. Faulkner "The ancient egyptian Coffin Text", Aris & Phillips,1975
Per leggere le domande degli appassionati del forum "Egittophilia" e le mie risposte ed integrazioni all'articolo cliccare sul link :
Egittophilia - Atum: la nascita dell'universo
Io sono le Acque Primordiali, unico, senza secondi.
Questo è il luogo dove mi sono sviluppato-
durante il grande evento del galleggiare che mi è capitato.
Io sono colui che si è sviluppato-
seme, che è nel suo stesso uovo.
Io sono colui che ha iniziato da qui, Acqua Primordiale.
Guarda, l’Inondazione delle Acque è sottratta da me-
Guarda, io sono ciò che rimane.
E’ attraverso il mio potere che ho determinato il mio corpo.
Io sono colui che mi ha fatto.
Fu come io ho voluto, secondo il mio cuore, che ho costruito me stesso.
Dai “Testi dei sarcofagi” (CT 714) circa 2100 ac
Traduzione di Massimo Izzo da:
R.O. Faulkner "The ancient egyptian Coffin Text", Aris & Phillips,1975
Per leggere le domande degli appassionati del forum "Egittophilia" e le mie risposte ed integrazioni all'articolo cliccare sul link :
Egittophilia - Atum: la nascita dell'universo
18 ago 2009
STORIA DELLE CIVILTA' ANTICHE II - Inverno 2010
Titolo: STORIA DELLE CIVILTA' ANTICHE II
Sottotitolo: I Sumeri e le Civiltà presumeriche
Descrizione:
In ideale prosecuzione al corso sulla "Rivoluzione Neolitica" vedremo come la Bassa Mesopotamia diventa protagonista, nel corso del V millennio a.C., delle prime forme "moderne" di organizzazione sociale e produttive, attraverso le nuove tecnologie agricole. La conseguenza di questo sviluppo sarà un rapido aumento della demografia, della complessità sociale e dell'irreversibile allontanamento dalle forme comunitarie di gestione degli insediamenti. Una volta maturo il nuovo modello, quasi all'improvviso, compaiono le tracce della regalità, del
mondo delle divinità e della scrittura. Siamo sul confine tra storia e preistoria ed i reperti cominciano a raccontare una storia affascinante e complessa fatta di arte, ideologia, edifici monumentali e guerre.
Docente: Dott. Massimo Izzo
N° lezioni: 10 x h. 1,30
Giorno: lunedì
Orario: 18,00/19,30
Inizio: 18 gennaio 2010
Contributo: € 35,00
Coordinatrici: Anna Maria Morbidelli, Alfonsina Tomasucci
STORIA DELLE CIVILTA' ANTICHE I -Autunno 2009
Titolo: STORIA DELLE CIVILTA' ANTICHE I
Sottotitolo: La rivoluzione Neolitica
Descrizione:
Il corso ripercorrerà i passi dell’avventura umana dall'uscita dalle consuetudini di vita del Paleolitico verso la sedentarizzazione dei Natufiani d'Israele fino alla nascita delle civiltà pre-sumeriche della Mesopotamia. Il percorso passerà attraverso le acquisizioni fondamentali dell’umanità come l’invenzione dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’architettura, dell’arte, delle pianificazioni urbanistiche e dei simbolismi religiosi. In forma visuale ed accessibile a tutti, presenteremo i risultati degli scavi archeologici degli ultimi 10 anni nel Vicino Oriente che hanno costretto a rivedere completamente cronologia e molte radicate convinzioni sulla nascita della "Civiltà".
NOTA: Sebbene sia cambiato di titolatura, il corso è lo stesso di quello tenuto nell'inverno 2009. Lo riproproniamo per chi non lo avvesse già seguito.
Questo corso è consigliato anche a chi volesse seguire il corso previsto per l'inverno 2010 "Storia delle civiltà antiche II" sulle civiltà pre-sumeriche e sumerica. I due corsi sono difatti in totale continuità temporale e concettuale.
Docente: Dott. Massimo Izzo
N° lezioni: 10 x h. 1,30
Giorno: lunedì
Orario: 18,00/19,30
Inizio: 19 ottobre 2009
Contributo: € 35,00
Coordinatrici: Anna Maria Morbidelli, Alfonsina Tomasucci
Naturalmente per qualsiasi informazione potete contattarmi all'indirizzo email segnalato qui.
30 apr 2009
SCIENZA ed ARCHEOLOGIA
Mi sembra interessante pubblicare qui qualcosa che ho scritto per l'amica Kiya su Facebook che mi chiedeva se vivessi una contraddizione tra scienza ed umanesimo in quanto Ingegnere ed Egittologo e di come questa mia doppia natura fosse stata accolta in ambiente accademico.
Ho preso quindi la palla al balzo per preparare 2 post: Scienza ed Umanesimo e Scienza ed Archeologia. Consiglio di leggere prima Scienza ed Umanesimo e poi l'altro.
--------------------------------------------------------
Tutti noi siamo da sempre abituati a leggere libri di Storia che si presentano in un forma tipicamente narrativa. Di conseguenza tendiamo a considerarla come un'attività letteraria piuttosto che scientifica. Questo è largamente legato al fatto che buona parte della storia degli ultimi 1000 anni proviene da testi scritti e documenti che ci parlano direttamente di avvenimenti e storie dell'umanità.
Le cose si fanno diverse quando iniziamo ad andare indietro nel tempo dove i testi iniziano a scarseggiare e dove, anche quando ci sono, non dimostrano di avere un'idea "oggettiva" della storia, ovvero di raccontare le cose come erano, ma di scrivere cose che servono a qualcuno o a qualche fine. Bisogna cioè sempre ricordarsi che la Storia come "cronaca" oggettiva è un'invenzione moderna, per nulla ricercata nell'antichità. Anzi, a dire il vero, anche oggi è continuo il tentativo di alterare la verità storica per loschi fini politici o religiosi.
Il compito dell'Archeologia è quindi quello di cercare di far parlare cose che non sono testi scritti ma magari solo pietre (architettura) oppure tracce di vita biologica o materiale. E' qui che la situazione si sposta dall'umanistico allo scientifico e, più si va indietro nel tempo, più le cose diventano rigorosamente tecniche.
Faccio un esempio presente nelle mia Tesi di Laurea Specialistica sul significato dell'iconografia animale nelll'Egitto Predinastico. Una delle più importanti prove del valore simbolico ed ideologico che gli egiziani davano al mondo animale già nel IV millenio a.C. proviene dalle analisi osteologiche e di usura dentale degli scheletri delle necropoli: queste analisi hanno dimostrato che l'alimentazione di questi egiziani era essenzialmente vegetale e pesantemente carente di ferro proveniente dalla consumazione di carne.
Alcune parti ed edifici del sito mostravano invece grandissime quantità di resti animali. L'evidente conseguenza era che i resti animali provenivano da offerte e sacrifici che non prevedevano la distribuzione per la consumazione di massa, confermando il sospetto che i miserrimi resti di alcuni edifici del IV millennio a.C. fossero luoghi di culto.
La missione inglese di Hierakonpolis ha cioè potuto ricostruire un pezzo importante della storia predinastica solo grazie ad un esperto dentista ed alcuni antropologi (quelli che analizzano ossa, non quelli culturali).
Gli stessi hanno poi determinato che le ossa di un rarissimo elefante sepolto nella necropoli reale appartenevano ad una specie di elefante proveniente da migliaia di km più a sud ed poi allevato in cattività: in un sol colpo si è quindi potuta aggiungere un'ulteriore (una rondine non fa primavera) importante prova dell'esistenza di un'elité capace di organizzare costosi trasporti di lunga distanza (ricchezza e distinzione sociale) e che l'elefante, allevato in cattività solo per essere sacrificato, doveva quindi avere uno speciale significato simbolico che sto cercando di identificare.
In realtà la scienza oggi non è solo "collaterale" all'Archeologia, cioè in termini di collaboratori, ma sia l'Archeologia stessa sia il modo di ricostruire i panorami storici appartengono a pieno diritto al campo scientifico. Come si interpreta un sito o un reperto non è, cioè, affidato all'ispirazione notturna dell'archeologo o dello storico ma deve seguire rigidi protocolli deduttivi che hanno le loro regole ed obblighi. L'intuizione personale ormai ha posto solo nella scelta delle piste da seguire (le cosidette "ipotesi di lavoro") ma guai a pubblicare un'ipotesi interpretativa senza avere il supporto di sufficienti prove archeologiche, si rischia la carriera. Ed è bene che sia così.
Quindi è bene che tutti gli interessati agli studi universitari di archeologia sappiano che si ritroveranno a che fare con laboratori e seminari di Statistica, di uso del CAD e del GIS (che molti ingegneri e architetti neanche sanno usare), di uso dei Database relazionali, di elaborazione fotografica, di Biologia e Chimica, di tecnica e macchine da scavo e molto altro ancora. Ad esempio, nella materia "Archeologia Subacquea", vi tocca anche studiare tutte le strutture costruttive delle navi antiche, inclusa la nomenclatura navale di tutti i loro elementi, per poter attribuire e datare un relitto: quindi perfino una laurea in Ingegneria Navale come la mia è risultata direttamente utile. Ma non c'è strettamente bisogno di una seconda laurea scientifica (anche se fa comodo), l'importante è saper ragionare anche in termini tecnico-scientifici.
Per rispondere quindi a Kiya sul quesito riguardo l'accoglienza del mio background scientifico nell'ambito accademico: graditissimo, apprezzatissimo e ricercato. Ora spero che tu abbia capito perché. :-) E grazie per la domanda Kiya.
Ho preso quindi la palla al balzo per preparare 2 post: Scienza ed Umanesimo e Scienza ed Archeologia. Consiglio di leggere prima Scienza ed Umanesimo e poi l'altro.
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Tutti noi siamo da sempre abituati a leggere libri di Storia che si presentano in un forma tipicamente narrativa. Di conseguenza tendiamo a considerarla come un'attività letteraria piuttosto che scientifica. Questo è largamente legato al fatto che buona parte della storia degli ultimi 1000 anni proviene da testi scritti e documenti che ci parlano direttamente di avvenimenti e storie dell'umanità.
Le cose si fanno diverse quando iniziamo ad andare indietro nel tempo dove i testi iniziano a scarseggiare e dove, anche quando ci sono, non dimostrano di avere un'idea "oggettiva" della storia, ovvero di raccontare le cose come erano, ma di scrivere cose che servono a qualcuno o a qualche fine. Bisogna cioè sempre ricordarsi che la Storia come "cronaca" oggettiva è un'invenzione moderna, per nulla ricercata nell'antichità. Anzi, a dire il vero, anche oggi è continuo il tentativo di alterare la verità storica per loschi fini politici o religiosi.
Il compito dell'Archeologia è quindi quello di cercare di far parlare cose che non sono testi scritti ma magari solo pietre (architettura) oppure tracce di vita biologica o materiale. E' qui che la situazione si sposta dall'umanistico allo scientifico e, più si va indietro nel tempo, più le cose diventano rigorosamente tecniche.
Faccio un esempio presente nelle mia Tesi di Laurea Specialistica sul significato dell'iconografia animale nelll'Egitto Predinastico. Una delle più importanti prove del valore simbolico ed ideologico che gli egiziani davano al mondo animale già nel IV millenio a.C. proviene dalle analisi osteologiche e di usura dentale degli scheletri delle necropoli: queste analisi hanno dimostrato che l'alimentazione di questi egiziani era essenzialmente vegetale e pesantemente carente di ferro proveniente dalla consumazione di carne.
Alcune parti ed edifici del sito mostravano invece grandissime quantità di resti animali. L'evidente conseguenza era che i resti animali provenivano da offerte e sacrifici che non prevedevano la distribuzione per la consumazione di massa, confermando il sospetto che i miserrimi resti di alcuni edifici del IV millennio a.C. fossero luoghi di culto.
La missione inglese di Hierakonpolis ha cioè potuto ricostruire un pezzo importante della storia predinastica solo grazie ad un esperto dentista ed alcuni antropologi (quelli che analizzano ossa, non quelli culturali).
Gli stessi hanno poi determinato che le ossa di un rarissimo elefante sepolto nella necropoli reale appartenevano ad una specie di elefante proveniente da migliaia di km più a sud ed poi allevato in cattività: in un sol colpo si è quindi potuta aggiungere un'ulteriore (una rondine non fa primavera) importante prova dell'esistenza di un'elité capace di organizzare costosi trasporti di lunga distanza (ricchezza e distinzione sociale) e che l'elefante, allevato in cattività solo per essere sacrificato, doveva quindi avere uno speciale significato simbolico che sto cercando di identificare.
In realtà la scienza oggi non è solo "collaterale" all'Archeologia, cioè in termini di collaboratori, ma sia l'Archeologia stessa sia il modo di ricostruire i panorami storici appartengono a pieno diritto al campo scientifico. Come si interpreta un sito o un reperto non è, cioè, affidato all'ispirazione notturna dell'archeologo o dello storico ma deve seguire rigidi protocolli deduttivi che hanno le loro regole ed obblighi. L'intuizione personale ormai ha posto solo nella scelta delle piste da seguire (le cosidette "ipotesi di lavoro") ma guai a pubblicare un'ipotesi interpretativa senza avere il supporto di sufficienti prove archeologiche, si rischia la carriera. Ed è bene che sia così.
Quindi è bene che tutti gli interessati agli studi universitari di archeologia sappiano che si ritroveranno a che fare con laboratori e seminari di Statistica, di uso del CAD e del GIS (che molti ingegneri e architetti neanche sanno usare), di uso dei Database relazionali, di elaborazione fotografica, di Biologia e Chimica, di tecnica e macchine da scavo e molto altro ancora. Ad esempio, nella materia "Archeologia Subacquea", vi tocca anche studiare tutte le strutture costruttive delle navi antiche, inclusa la nomenclatura navale di tutti i loro elementi, per poter attribuire e datare un relitto: quindi perfino una laurea in Ingegneria Navale come la mia è risultata direttamente utile. Ma non c'è strettamente bisogno di una seconda laurea scientifica (anche se fa comodo), l'importante è saper ragionare anche in termini tecnico-scientifici.
Per rispondere quindi a Kiya sul quesito riguardo l'accoglienza del mio background scientifico nell'ambito accademico: graditissimo, apprezzatissimo e ricercato. Ora spero che tu abbia capito perché. :-) E grazie per la domanda Kiya.
SCIENZA ed UMANESIMO
Mi sembra interessante pubblicare qui qualcosa che ho scritto per l'amica Kiya su Facebook che mi chiedeva se vivessi una contraddizione tra scienza ed umanesimo in quanto Ingegnere ed Egittologo e di come questa mia doppia natura fosse stata accolta in ambiente accademico.
Ho preso quindi la palla al balzo per preparare 2 post: Scienza ed Umanesimo e Scienza ed Archeologia. Consiglio di leggere prima Scienza ed Umanesimo e poi l'altro.
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La "vulgata" è che le materie scientifiche e quelle umanistiche non vadano d'accordo e che richiedano un'apposita predisposizione mentale. Questo in realtà è totalmente falso per molti motivi, basta guardare proprio la "Storia". Tutto il mondo della filosofia greca, ad esempio, vede filosofi che non solo contemplano nei loro studi materie come la matematica, l'astronomia e le scienze naturali ma che proprio su di esse gettano le basi delle loro creazioni filosofiche (nulla di più umanistico). Tutto ciò è il riflesso della complessità e della natura onnivora e curiosa degli esseri umani che cresce e si evolve proprio scoprendo collegamenti inediti. Si può dire, anzi, che proprio questa flessibilità delle capacità cerebrali ha forgiato la nostra arma evolutiva per eccellenza: la neo-corteccia.
Il motivo per cui siamo portati ad identificarci con una "tendenza" scientifica o umanistica viene largamente da ragioni culturali e sociali: il drammatico aumento della densità di popolazione del mondo occidentale ha portato la necessità di inquadrare tutti in una piccola casella specializzata condannata ad un lavoro ripetitivo (vedi produttivo) senza nessuna simpatia al debordamento visto come segno di incipiente disordine. Di conseguenza, abituati a questo sin da piccoli, si può essere disorientati dalla difficoltà di inquadrare ed immaginare la vita e l'attività di un individuo che ha competenze molteplici. Se questa barbarie incasellatrice fosse stata presente da sempre nella storia probabilmente non avremmo avuto la maggior parte dei grandi ottenimenti culturali della storia.
Giusto per fare un esempio poco noto relativo all'Egittologia: il merito di aver capito che i geroglifici non erano simboli ma che corrispondevano a lettere, ovvero la base per la decifrazione della scrittura geroglifica, è dovuto alla passione personale del grandissimo fisico Thomas Young(1773-1829). Questo signore è colui che ha nientedimeno scoperto le proprietà fondamentali dei fotoni e della luce in generale, peraltro base degli attuali studi di punta sui computer quantici. Young era fisico e docente di filosofia naturale oltre ad aver dato il più importante contributo alla decifrazione del geroglifico: ecco un bell'esempio di essere umano appartenente ad un'epoca, quella pre-industriale, in cui ancora nessuno faceva certe distinzioni frustanti e limitative e dove era inconcepibile che un uomo di conoscenza non avesse una formazione completa.
Nel prossimo post vedremo come oggi, proprio per l'Archeologia e le ricostruzioni storiche, siamo costretti a ritornare a questo matrimonio di scienza e umanesimo.
Ho preso quindi la palla al balzo per preparare 2 post: Scienza ed Umanesimo e Scienza ed Archeologia. Consiglio di leggere prima Scienza ed Umanesimo e poi l'altro.
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La "vulgata" è che le materie scientifiche e quelle umanistiche non vadano d'accordo e che richiedano un'apposita predisposizione mentale. Questo in realtà è totalmente falso per molti motivi, basta guardare proprio la "Storia". Tutto il mondo della filosofia greca, ad esempio, vede filosofi che non solo contemplano nei loro studi materie come la matematica, l'astronomia e le scienze naturali ma che proprio su di esse gettano le basi delle loro creazioni filosofiche (nulla di più umanistico). Tutto ciò è il riflesso della complessità e della natura onnivora e curiosa degli esseri umani che cresce e si evolve proprio scoprendo collegamenti inediti. Si può dire, anzi, che proprio questa flessibilità delle capacità cerebrali ha forgiato la nostra arma evolutiva per eccellenza: la neo-corteccia.
Il motivo per cui siamo portati ad identificarci con una "tendenza" scientifica o umanistica viene largamente da ragioni culturali e sociali: il drammatico aumento della densità di popolazione del mondo occidentale ha portato la necessità di inquadrare tutti in una piccola casella specializzata condannata ad un lavoro ripetitivo (vedi produttivo) senza nessuna simpatia al debordamento visto come segno di incipiente disordine. Di conseguenza, abituati a questo sin da piccoli, si può essere disorientati dalla difficoltà di inquadrare ed immaginare la vita e l'attività di un individuo che ha competenze molteplici. Se questa barbarie incasellatrice fosse stata presente da sempre nella storia probabilmente non avremmo avuto la maggior parte dei grandi ottenimenti culturali della storia.
Giusto per fare un esempio poco noto relativo all'Egittologia: il merito di aver capito che i geroglifici non erano simboli ma che corrispondevano a lettere, ovvero la base per la decifrazione della scrittura geroglifica, è dovuto alla passione personale del grandissimo fisico Thomas Young(1773-1829). Questo signore è colui che ha nientedimeno scoperto le proprietà fondamentali dei fotoni e della luce in generale, peraltro base degli attuali studi di punta sui computer quantici. Young era fisico e docente di filosofia naturale oltre ad aver dato il più importante contributo alla decifrazione del geroglifico: ecco un bell'esempio di essere umano appartenente ad un'epoca, quella pre-industriale, in cui ancora nessuno faceva certe distinzioni frustanti e limitative e dove era inconcepibile che un uomo di conoscenza non avesse una formazione completa.
Nel prossimo post vedremo come oggi, proprio per l'Archeologia e le ricostruzioni storiche, siamo costretti a ritornare a questo matrimonio di scienza e umanesimo.
7 apr 2009
Fine del Corso UNILIBERA 09 Pesaro
Ieri sera si è concluso il corso 2009 " Il Vicino Oriente: dal Neolitico alla Civiltà Sumerica" tenutosi presso l'Università dell'Età Libera di Pesaro. Approfitto di questo spazio per ringraziare sentitamente l'Università dell'Età Libera, il suo Consiglio Direttivo ed in particolare il Presidente Maurizio Sebastiani per avermi dato la possibilità di tenere i corsi per il quarto anno consecutivo.
Ma soprattutto devo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al corso per la loro costante attenzione e presenza e per il supporto che mi hanno fornito con il loro apprezzamento ed i loro commenti.
Devo dire che quest'anno gli argomenti trattati erano piuttosto impegnativi dal punto di vista archeologico, come sempre capita con i periodi presistorici ove bisogna far parlare soprattutto le pietre. Ciò nonostante, le domande e le osservazioni degli uditori sono state sempre sensate, profonde ed interessanti, dandomi modo di completare appropriatamente le mie presentazioni. Come ho tenuto a dire al corso, possiamo continuare con le domande qui sul blog, tutti benvenuti.
Ed ecco qui di seguito la foto di fine corso che abbiamo fatto per ricordo ieri sera. Se cliccate sulla foto si apre una versione a risoluzione più alta da salvare (cliccare pulsante destro del mouse e scegliere "Salva immagine...") e conservare.
Ieri purtroppo abbiamo avuto 4/5 assenze di frequentatori assidui del corso che quindi non ho potuto ringraziare e salutare. Lo faccio qui.
Prego cortesemente chiunque conosca gli assenti di fargli avere l'indirizzo di questo blog.
Come avete potuto constatare, contrariamente al titolo del Corso, non siamo riusciti ad arrivare alla nascita della Civiltà Sumerica nè a coprire il precedente periodo Calcolitico (4500 - 3000 a.C.): entro un mesetto vi farò sapere se e come continueremo l'anno prossimo. Occhio al Blog per questo!
Voglio comunque dire che sono stato piacevolmente impressionato per l'interesse che avete mostrato per gli argomenti trattati e commosso dall'insistenza con cui mi avete richiesto una continuazione: senz'altro farò di tutto per non deludere tanto entusiasmo. Grazie ancora! E comunque l'anno prossimo si organizza la cena di fine corso!
P.S. : Lasciate comunque un messaggio anche per dire solo che ci siete!!
Ma soprattutto devo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al corso per la loro costante attenzione e presenza e per il supporto che mi hanno fornito con il loro apprezzamento ed i loro commenti.
Devo dire che quest'anno gli argomenti trattati erano piuttosto impegnativi dal punto di vista archeologico, come sempre capita con i periodi presistorici ove bisogna far parlare soprattutto le pietre. Ciò nonostante, le domande e le osservazioni degli uditori sono state sempre sensate, profonde ed interessanti, dandomi modo di completare appropriatamente le mie presentazioni. Come ho tenuto a dire al corso, possiamo continuare con le domande qui sul blog, tutti benvenuti.
Ed ecco qui di seguito la foto di fine corso che abbiamo fatto per ricordo ieri sera. Se cliccate sulla foto si apre una versione a risoluzione più alta da salvare (cliccare pulsante destro del mouse e scegliere "Salva immagine...") e conservare.
Ieri purtroppo abbiamo avuto 4/5 assenze di frequentatori assidui del corso che quindi non ho potuto ringraziare e salutare. Lo faccio qui.
Prego cortesemente chiunque conosca gli assenti di fargli avere l'indirizzo di questo blog.
Come avete potuto constatare, contrariamente al titolo del Corso, non siamo riusciti ad arrivare alla nascita della Civiltà Sumerica nè a coprire il precedente periodo Calcolitico (4500 - 3000 a.C.): entro un mesetto vi farò sapere se e come continueremo l'anno prossimo. Occhio al Blog per questo!
Voglio comunque dire che sono stato piacevolmente impressionato per l'interesse che avete mostrato per gli argomenti trattati e commosso dall'insistenza con cui mi avete richiesto una continuazione: senz'altro farò di tutto per non deludere tanto entusiasmo. Grazie ancora! E comunque l'anno prossimo si organizza la cena di fine corso!
P.S. : Lasciate comunque un messaggio anche per dire solo che ci siete!!
2 apr 2009
Corso Neolitico UNILIB 2009 Pesaro
Titolo : Il Vicino Oriente: dal Neolitico alla Civiltà Sumerica
Sottotitolo : Le recenti e clamorose scoperte sulla nascita della civiltà
Le scoperte archeologiche fatte negli ultimi 5-10 anni nelle aree della cosiddetta “mezzaluna fertile”, la fascia che va dalle terre d’Israele al basso Iraq passando per la Siria e la Turchia, hanno completamente rivoluzionato la nostra idea di nascita della civiltà.
Sino a pochi anni fa, nulla lasciava presagire che misteriosi e non ancora identificati eventi catastrofici avessero sepolto le testimonianze di civiltà di gran lunga più antiche e già completamente sviluppate, poi apparentemente scomparse.
Nel corso ripercorreremo quindi i passi dell’avventura umana verso l’organizzazione sociale, dalla sedentarizzazione al raffinato mondo dei Sumeri.
Il nostro percorso passerà attraverso le acquisizioni fondamentali dell’umanità come l’invenzione dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’architettura, dell’arte, delle pianificazioni urbanistiche e dei simbolismi religiosi. Le civiltà Mesopotamiche Presumeriche e Sumeriche, la cui antichità era stata completamente sottovalutata, saranno il culmine di questo sviluppo ed il primo esempio di civiltà “moderna”.
Docente : Dott. Massimo Izzo
N° lezioni : 10 x h 1,30
Giorno : lunedì
Orario : 18,00/19,30
Inizio : 26 Gennaio 2009
Università dell'Età Libera
Via Nanterre (Campus Scolastico)
Tel/fax: 0721/416704
Segreteria: ore 16-19 da Lunedì al Venerdì
Sito web : cliccare QUI
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Ormai giunti alla fine, lunedì 6 aprile faremo l'ultima lezione. Un ringraziamento a tutti per l'attenzione e l'assiduità mostrata alle lezioni.
Approfitteremo di questo blog per continuare a rimanere in contatto: qui potrete chiedermi chiarimenti sugli interrogativi che vi sono rimasti ed io cercherò di rispondervi per quanto mi è possibilie. A presto!
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Pagina in aggiornamento
1 apr 2009
Introduzione al Blog
Benvenuti a tutti. Questo piccolo spazio è dedicato in generale agli appassionati della Storia e Preistoria di Egitto e Vicino Oriente ed in particolare a coloro che hanno seguito o che seguono i miei Corsi di divulgazione nella regione Marche.
Due parole di dettaglio sulle finalità di questo blog:
Grazie a tutti ed a risentirvi numerosi!
Due parole di dettaglio sulle finalità di questo blog:
- scaricare le piccole dispense che ho già distributo durante i corsi ma anche quelle nuove che creerò per agevolare l'apprendimento della Storia Orientale
- fornire le informazioni dettagliate sui nuovi corsi, man mano che verranno organizzati
- sottoporvi alcuni articoli monografici su argomenti che non è stato possibile affrontare in dettaglio durante i corsi
- tenervi aggiornati sulle fonti internet più affidabili e complete con dei LINK commentati
- permettervi di lasciare dei commenti agli articoli e di pormi tutte le domande che vi stanno a cuore
- farmi sapere cosa vi ha più intrigato di queste interessantissime civilizzazioni e suggerirmi eventualmente degli argomenti di vostro interesse, sia per incontri monografici di una sola serata, sia per nuovi corsi
- parlare di quello che vi pare purché connesso agli argomenti di cui sopra.
Grazie a tutti ed a risentirvi numerosi!
31 mar 2009
Welcome!
Un saluto affettuoso a tutti i miei allievi, ai miei amici ed anche a te, navigatore per caso. Il sito è ancora in costruzione ma spero di poter postare in breve tempo qualcosa di utile . Nel frattempo non trattenete il fiato!
A presto
Massimo Izzo
A presto
Massimo Izzo
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